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I pulcinella qui presentati
sono lavorati a mano secondo
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I pulcinella qui presentati sono disponibili in varie misure
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Pulcinella in terracotta cm. 10
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Pulcinella con base in terracotta
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Il corno portafortuna è, senza
dubbio, il più diffuso amuleto italiano. Le sue origini sono
antichissime e risalgono addirittura ai tempi del Neolitico (3500
A.C.), quando gli abitanti delle capanne usavano apporre fuori dall'
uscio un corno come auspicio di fertilità. Specialmente in quei
tempi la fertilità veniva associata alla fortuna in quanto, più un
popolo era fertile, più era potente e quindi fortunato. In altri
tempi i corni venivano usati come doni votivi alla Dea Iside,
affinché la Dea Madre assistesse gli animali nel procreare. La
mitologia ci informa che Giove donò alla sua nutrice un corno in
segno di gratitudine, questo corno era dotato di virtù magiche in
modo che, la nutrice, potesse ottenere tutto ciò che desiderava. Il
corno trae le sue origini per via della forma, si pensa infatti che
gli oggetti a punta, specialmente se aventi forma di corno,
difendono da cattive influenze e malasorte se portati con se. Si
dice che il corno per portare fortuna deve essere ROSSO e FATTO A
MANO. Rosso perché già nel Medioevo ogni talismano rosso aveva
doppia efficacia e il rosso simboleggiava la vittoria sui nemici.
Già nei tempi più antichi diverse popolazioni associavano al colore
rosso un significato di fortuna e buon auspicio. In Cina e Germania
dove tutti gli editti ed i sigilli imperiali erano rossi in segno di
buona fortuna. Nelle Indie dove i raccolti venivano protetti con
teloni rigorosamente rossi e strisce di tela dello stesso colore
venivano portate sul collo per prevenire i mali. Gli antichi medici
suggerivano che abiti rossi potessero guarire i reumatismi dove ogni
mezzo aveva fallito. L'efficacia di tutti questi rimedi ed altri
ancora non stanno nei vari materiali utilizzati ma , solo ed
esclusivamente, nel colore rosso. Il motivo per il quale il corno
deve essere fatto a mano sta invece nel fatto che ogni talismano
fatto a mano acquisisce poteri benefici dalle mani che lo producono. |
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La convinzione che il cornetto rosso porti fortuna risale all’epoca preistorica, quando l’uomo primitivo associava la potenza fisica degli animali alla grandezza delle loro corna. Questa opinione si trasformò in culto idolatrico degli animali dotati di corna fino a considerarli vere e proprie divinità. In epoche successive troviamo idoli con sembianze umane, ma con teste di animali come la dea egizia Hathor (rappresentata o con la testa di vacca o con il volto di donna dalle lunghe corna) e il dio Amon, con le corna d’ariete. Per secoli insigni condottieri (ad es. Alessandro Magno) si fecero raffigurare con questi ornamenti sul capo, poiché le corna erano ritenute sia emblema di potere che di appartenenza e discendenza divina. La gente comune, assoggettata ed ammaliata da tali guerrieri investiti di potenza pseudo-divina, iniziò a costruirsi piccoli amuleti a forma di corna o di unico corno, fabbricandoli con materiali poveri quali il legno o la terracotta. Con il trascorrere dei secoli divennero piccoli feticci del buon augurio e proprio nella nostra penisola comparve il primo cornetto rosso. Inizialmente tali amuleti erano realizzati in corallo, perché la mentalità popolare annoverava il corallo tra le pietre preziose col potere di scacciare malocchi e fatture e di preservare dal male le gestanti (in realtà il corallo ha un’origine organica marina e non possiede alcuna virtù terapeutica e tantomeno di protezione). Nel Medioevo questi talismani si diffusero in tutta Europa ed i gioiellieri partenopei erano celebri ovunque per la creazione di collane e braccialetti ornati da innumerevoli cornetti del buon augurio. Per gli uomini era usanza portare un solo cornetto e di toccarlo e baciarlo prima di un’impresa bellica o prima di concludere un affare. A tali gesti scaramantici si aggiunsero filastrocche popolari mescolate a preghierine dal sapore cristiano e si mutarono così in veri rituali magico-superstiziosi |
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